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lunedì 3 ottobre 2011

Cacciatori del Mare

“Forse vi ricorderete di me. Sono quel ragazzo che durante le lezioni di algebra vagava con lo sguardo fuori dalla finestra mentre il professore spiegava le frazioni. Ero perso in un altro tempo, distante milioni di chilometri: ero un cannoniere a bordo della Bonhomme Richard di John Paul Jhones, caricavo su per il Costone del Cimitero con la divisione di cavalleria di Pickett o ribaltavo la situazione a Little Big Horn salvando Custer e il suo Settimo Cavalleria“.

Ecco come si presenta ai lettori lo scrittore americano Clive Cussler nel suo celeberrimo libro “Cacciatori del mare” (Longanesi, 1997), nel quale l’autore ripercorre, passo sopo passo, le difficoltà e le mirabolandi imprese che affrontò nel suo corso della sua spericolata e avventurosa esistenza.

Cussler inizia raccontandoci della sua infanzia, e di tutte quelle birbonate che, a suo dire, compirono tutti i ragazzini nei felici anni che precedettero l’avvento della televisione, come precipitarsi in bicicletta lungo una discesa saltando da una rupe, gettarsi dal tetto di una casa per atterrare su un cumulo di sabbia, oppure improvvisare una zattera e scendere durante un ruscello ingrossato nel bel mezzo di un burrascoso temporale.

I ricordi maturano con la sua età, e lo scrittore ci spiega l’importanza che il mare ha sempre avuto per lui. Egli racconta come, sin da giovane, fosse affascinato dalle vicende marinare e dal brivido frizzate dell’avventura. Passioni che poi, successivamente, vennero fedelmente riportate nei suoi numerosi romanzi che gli garantirono il titolo di “fuoriclasse indiscusso della suspense avventurosa” e nella NUMA, organizzazione non profit fondata da Cussler stesso nel 1978 dedica alla ricerca e al recupero di relitti marini di importante valore storico.

“Cacciatori del mare” è un libro estremamente veritiero, che non si limita a una mera sterile autobiografia ma che, al contrario, amplia i propri orizzonti inserendo le tante reali avventure nelle quali lo scrittore si imbatté durante le spedizioni di recupero della NUMA – a oggi, sembra che l’associazione abbia recuperato oltre sessanta relitti.

Un autobiografia romanzata che non ha nulla da invidiare ai grandi romanzi d’avventura, nella quale azione e vita vera si fondono in un susseguirsi di colpi di scena e momenti di pura quotidianità, narrati con quel piglio autoironico che ha fatto sorridere migliaia di lettori in tutto il mondo.

Filippo Munaro
Fonte:
Lettura Blog

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