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lunedì 15 novembre 2010

Skeleton Coast - 2010

Quarto volume della serie Oregon Files uscito nel 2010, Skeleton Coast di Clive Cussler e Jack Du Brul, è un romanzo d’avventura, azione, suspense e mistero che ci riporta ancora una volta in compagnia dell’equipaggio della nave da combattimento Oregon, alle prese con una caccia in mare aperto a dei serpenti giganti fatti di metallo.

Pubblicato nel 2006, prende il titolo dalla desolata costa a sud-ovest dell’africa, nel deserto del Kalahari e vede l’equipaggio dell’Oregon invischiato in due guerre civili africane.

Trama

1896: Quattro ladri di diamanti inglesi fuggono nel deserto del Kalahari, inseguiti dagli uomini di una tribù locale. I fuggiaschi riescono appena a imbarcarsi sul vascello Rove, quando una tempesta di sabbia li travolge, seppellendoli insieme alla nave…

Oggi: Juan Cabrillo e i suoi uomini sono impegnati nel tentativo di fermare l’escalation di un conflitto in Congo e in seguito dovranno sostenere una rivolta civile in Zimbabwe.

Come se avere tra le mani il destino di due intere nazioni e di milioni di abitanti non fosse sufficiente, il capitan Cabrillo e la sua squadra si troveranno ad intercettare il mayday di una nave in difficoltà e dovranno intervenire per salvare equipaggio e passeggeri.

Tra i passeggeri c’è la bellissima Sloane Macintyre, una rossa di fuoco alla ricerca di una vecchia nave a lungo sommersa e che potrebbe contenere una fortuna in diamanti.

La ricerca di questo tesoro sommerso e una strana storia raccontata da un pescatore pazzo che sostiene di essere stato attaccato in mare aperto da serpenti giganti di metallo, sono solo alcuni degli elementi di questa avventura che si rivelerà più pericolosa del previsto a causa di uno squilibrato e dei suoi seguaci che hanno intenzione di scatenare la potenza devastante della natura stessa contro tutti coloro che ne ostacolano gli assurdi propositi.

La Skeleton Coast

La Skeleton Coast è nota per essere particolarmente inospitale e difficile da raggiungere; verso l’interno il deserto si estende per decine di chilometri, e dal mare è difficile avvicinarsi a causa delle forti onde causate dalla corrente del Benguela.
Per questi motivi la costa era chiamata “la terra che Dio ha creato con rabbia” dai boscimani, e “le sabbie dell’Inferno” dai portoghesi.
Il nome odierno si riferisce agli innumerevoli relitti spiaggiati lungo la costa – se ne contano oltre un migliaio.

Commento


Quest’ultimo romanzo si colloca sulla scia dei precedenti, gli ingredienti sono quasi gli stessi: il deserto, in questo caso quello del Kalhari, un furto furto di diamanti nascosti dagli uomini di un’antica tribù gli herero, e la loro fine sta nel titolo stesso.

In un’altra parte del mondo e in un’altra epoca, un’affascinante ricercatrice ha il compito di indagare per accertare l’esistenza di quei diamanti.

I personaggi Juan Cabrillo, la nave Oregon e il suo equipaggio si trovano a combattere con mercanti d’armi, dittatori africani e mitomani ecologisti che tentano di amplificare i danni di un uragano già potenzialmente pericoloso, per dimostrare che la terra corre un grave pericolo.

Non si può dire che a Cussler manchi l’immaginazione, colpi di scena e avventure di tolgono il fiato, il capitano Juan è sempre bello e intrigante ed alle prese con un cuore femminile da salvare, anche se la collaborazione con Du Brull ha tolto un pò della lettura romantica tipica di Cussler per esaltare la violenza delle esplosioni, feriti, morti e sparatorie….

Un Brano dal libro

“Cabrillo stava già spegnendo le pompe. Aveva a disposizione una serie di soluzioni all’avanguardia, ma poche alternative praticabili.

Aveva più o meno quindici secondi per trovare una soluzione prima che gli elicotteri piombassero sulla nave e scaricassero i ribelli che trasportavano.

Un paio di raffiche delle mitragliatrici Gatling da 20 millimetri avrebbero spazzato via gli elicotteri dal cielo, ma avrebbero anche ucciso i civili ai comandi e rivelato le letali risorse di cui disponeva la nave. E avrebbero comunque dovuto ancora affrontare le Swift e tutte le altre imbarcazioni che Abala avrebbe scagliato loro contro quando si fosse reso conto che la Oregon era incagliata.

L’idea di restituire le pietre o di compromettere la missione non gli passò neanche per la testa…”

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